La Versilia, Cecina, Follonica, Piombino, Marina di Campo sull'Isola d'Elba e le aree di Grosseto. Queste le zone a rischio inondazione secondo l'Enea
ROMA — Fra circa 80 anni, nel 2100, l'innalzamento del mare metterà a rischio oltre 5.600 chilometri quadrati del nostro Paese. Il livello del Mediterraneo sta crescendo velocemente per il riscaldamento globale. L'allarme è stato diffuso dall'Enea, l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile.
Il rischio inondazioni riguarda praticamente tutte le regioni italiane
bagnate dal mare, per un totale di 40 aree costiere. Così le proiezioni
diffuse oggi nel corso di un convegno dedicato al Mediterraneo e
all'economia del mare. In particolare - i dati disponibili riguardano
15 aree su untotale di 40 identificate - la questione riguarda tratti
della Versilia, Cecina, Follonica, Piombino, Marina di Campo sull'Isola
d'Elba e le aree di Grosseto e di Albinia in Toscana.
Una vasta area nord adriatica tra Trieste, Venezia e Ravenna; la foce
del Pescara, del Sangro e del Tronto in
Abruzzo; l'area di Lesina
e di Taranto in
Puglia; La Spezia in Liguria; la piana Pontina, di Fondi e la foce del Tevere nel Lazio; la piana del Volturno e del Sele in Campania;
l'area di Cagliari, Oristano, Fertilia, Orosei, Colostrai e di
Nodigheddu, Pilo, Platamona e Valledoria, di Porto Pollo e di Lido del
Sole in Sardegna; Metaponto in Basilicata; Granelli, Noto, Pantano Logarini e le aree di Trapani e Marsala in Sicilia; Gioia Tauro e Santa Eufemia in Calabria.
Secondo l'Enea "entro la fine del secolo l'innalzamento del
mare lungo le coste italiane è stimato tra 0,94 e 1,035 metri",
prendendo in considerazione un modello cautelativo, e "tra 1,31 metri e
1,45 metri".
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