Dopo le sperimentazioni di Tim, Vodafone, Fastweb e altri operatori in cinque città, il governo intende sostenere le prove avviate nel resto del paese. Obiettivo: difendere il vantaggio acquisito negli anni
Roma– In principio ci sono state cinque città: Milano, Prato, L’Aquila, Bari e Matera. Cinque città per il 5G, questo il parallelismo scelto dal ministero dello Sviluppo economico (Mise) per identificare le località in cui sperimentare le reti mobili di quinta generazione. Presto, però, al quintetto ufficiale si è aggiunta Torino, scelta da Tim, che nel capoluogo piemontese ha uno storico centro di ricerca sulle reti, come laboratorio per le proprie tecnologie. E, in sequenza, sono arrivati altri test locali: Roma, Cagliari, Catania, Lecce, Livorno. Per questo ora il Mise ipotizza di rivedere la demarcazione tra test ufficiali e non.
Il 2019, d’altro canto, è atteso come l’anno del debutto commerciale del 5G. Stati Uniti, Corea e Cina sono in pole position per il lancio sul mercato entro dicembre, i primi paesi europei seguiranno a ruota nel 2020. Molto probabilmente agli utenti finali gli effetti iniziali sembreranno più ridotti delle aspettative. Gli smartphone 5G avranno prezzi alti e la velocità di trasmissione dei dati potrà passare inosservata per chi ha un buon 4G.
La svolta sarà la diffusione su larga scala di applicazioni come l’industria 4.0, le automobili connesse, la telemedicina.
Tuttavia i servizi commerciali fisseranno un punto di non ritorno. “Sta finendo la fase di sperimentazione”, chiosa Mirella Liuzzi, segretario di presidenza della Camera dei deputati. Vodafone, per esempio, a un anno dall’inizio del test a Milano, ha annunciato che entro il 2019 allargherà il suo raggio d’azione a Torino, Bologna, Napoli e Roma.
Fonte notizia: Wired.it
Autore Notizia: Luca Zorloni
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